Ex calciatore serbo dal sinistro sopraffino. E’ scomparso pochi giorni fa al termine di una battaglia di tre anni contro la leucemia
Nel 2019, la sua storia ha commosso tutti. Sinisa Mihajlovic annunciò la propria malattia. Gravissima. La leucemia. Lo fece non riuscendo a trattenere le lacrime. Lui che è sempre stato un duro. Dentro e fuori dal campo. Da quel momento una lunga battaglia contro quel brutto male e pochi giorni fa la triste notizia: Sinisa non c’è più. La sua scomparsa, alletà di 53 anni, ha gettato nello sconforto tutti i tifosi. A noi non resta che ricordarlo per la forza e la dignità dimostrata, ma anche per gli aneddoti dei suoi tanti compagni di squadra.
Ex calciatore serbo dal sinistro sopraffino. Una carriera dipanatasi per lo più nel campionato italiano. Da anni, peraltro, Sinisa è anche nostro connazionale. L’arrivo in Italia con la Roma. Poi il passaggio alla Sampdoria. Ma è dall’altra parte del Tevere che Mihailovic gioca più partite: nella Lazio. Chiuderà la carriera nell’Inter. Vanta 58 presenze e 10 reti nella nazionale jugoslava.
Da calciatore, le cose migliori le fa tra Sampdoria e Lazio. Con i blucerchiati disputa 110 presenze e segna 12 reti tra il 1994 e il 1998. Fa ancora meglio con la Lazio tra il 1998 e il 2004: 126 presenze e 20 reti. Quasi tutte su punizione. La sua capacità di calciare i tiri da fermo con il suo mancino lo ha fatto entrare nella storia del calcio. E, ancora oggi, è considerato uno dei migliori tiratori degli ultimi anni.
Per quanto concerne la carriera di tecnico, in Italia ha allenato: Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan e Torino. Dal 2019 è stato allenatore del Bologna, fino a questa stagione, quando è stato esonerato per far posto a Thiago Motta.
L’aneddoto di Roberto Mancini su Sinisa
Negli ultimi mesi ha commosso tutti con la sua battaglia contro la leucemia. Una malattia che sta affrontando con grande coraggio, anche grazie al sostegno della famiglia e della città di Bologna. Il 13 luglio 2019 annuncia in conferenza stampa di aver contratto una forma di leucemia mieloide acuta, per la quale ha previamente deciso di sottoporsi a cure immediate. Dopo il suo rientro, tutti pensavano che il grave male potesse essere alle spalle. Sinisa era infatti rientrato più combattivo che mai. Ma negli ultimi giorni, la fine.
Ad annunciare la morte dell’ex allenatore del Bologna è la famiglia, con un comunicato stampa firmato dalla moglie Arianna e dai loro 5 figli. I suoi funerali, celebrati a Roma, hanno visto un’enorme partecipazione di pubblico. Chiaro sintomo di quanto fosse amato l’ex calciatore serbo. In particolare, forte il legame con l’attuale commissario tecnico della Nazionale, Roberto Mancini, che è stato tra coloro i quali hanno portato in spalla la bara all’uscita dalla chiesa.
Proprio grazie a Mancini conosciamo un episodio molto simpatico che ci descrive Mihailovic per quello che è stato: un uomo forte e duro, ma anche una persona molto sensibile e simpatica. Il fatto risale all’arrivo alla Sampdoria di Sinisa. Proprio in quella Samp di Mancini, ma anche di Luca Vialli, che oggi lotta contro un altro grande male.
All’arrivo a Genova, Sinisa acquistò un’auto di colore giallo, un BMW sportivo. Ecco il ricordo di mister Mancini: “Un giorno andò a prendere Arianna alla stazione a Genova. Era fermo davanti alla stazione, con questa macchina gialla, e un signore, uscito dalla stazione, è salito dietro. Mihajlovic lo ha guardato e gli ha detto: ‘Che c***o fai qui dietro?’ E il signore gli ha risposto: ‘È un taxi…’. E Sinisa: ‘Ti sembra un taxi questo?’”.