Sta tornando e nessuno può arrestare il suo trionfale rientro nei paddock. Dopo un’assenza sospetta durata qualche anno, questo importantissimo brand si viene finalmente a riprendere il posto che gli spetta all’improvviso.
L’annuncio è ufficiale, le intenzioni del marchio chiare: da adesso, non si scherza più e le monoposto di tutto il mondo dovranno guardarsi le spalle quando i motori torneranno a rombare. Entro pochissimo tempo questo marchio con una storia lunga e vincente in Formula Uno sarà di nuovo pronto a combattere per il titolo: ma perchè mai non l’abbiamo più visto dopo il suo ritiro avvenuto in tempi non sospetti?
Anni di assenza…
Può capitare che un marchio anche molto importante nel mondo della Formula Uno decida improvvisamente di abbandonare una partecipazione che salvo risultati importanti ottenuti molto raramente da case che non investono grandissime somme nei circuiti più importanti del mondo spesso si dimostra più onerosa che onorevole. E’ successo con tantissimi marchi in passato che hanno deciso di salutare il mondo delle corse, a volte per sempre.
Leggendarie scudiere come Alfa Romeo – svanita come realtà indipendente nel 1985 nonostante i due titoli detenuti – Maserati – l’addio è arrivato nel 1957 – Lamborghini – ha preso parte ad una stagione nel 1991 – e perfino Lotus, assorbita dalla Renault nel 2015 sono ormai lontane dai circuiti senza nessuna intenzione di ritornarvi se non tramite partnership come quella tra il Biscione e la svizzera Sauber o dietro le linee fornendo motori ai partecipanti. Ma c’è un’altra grande esclusa…
Honda anomala…
La casa di cui parliamo è proprio la giapponese Honda che nonostante la fama non certo eccelsa dei nipponici nel paddock più famoso – i tentativi della Subaru come fornitrice di motori e della Maki di sfondare sono andati malissimo – è riuscita ad accumulare risultati di tutto rispetto come scuderia indipendente a partire dal 1964, anno in cui divenne una delle primissime scuderie asiatiche a prendere parte alla competizione.
Dopo un primi anno deludente, Honda ha saputo farsi rispettare costituendo una rivale non da poco per tante case più blasonate e con una storia maggiore, annoverando piloti del calibro di Johns Surtees e il campione del mondo del 2009 Jenson Button nei suoi ranghi arrivando perfino ad uno storico quarto posto nel 1967, anno in cui la monoposto di Surtees, la RA300, si aggiudicò pure il Gran Premio d’Italia impressionando rivali e fans.
Guardare e basta
Nonostante i risultati non proprio da buttare Honda si è ritirata due volte dal paddock, prima nel 1968 in seguito ai tragici avvenimenti del mondiale tornando nel 2006 per soli due anni. La casa non è stata a guardare…o meglio, ha fatto proprio questo continuando ad operare come fornitrice di motori per altre scuderie come BAR, McLaren e RedBull in tutti gli anni trascorsi fuori dalla pista come team.
Dopo l’annuncio del grande ritorno di Audi che forse si iscriverà ad uno dei prossimi mondiali di F1 come team a se stante, anche Honda sta valutando questa strada: il marchio ha centrato la scadenza data al 15 novembre per registrarsi. Al momento, lo ha fatto in qualità di fornitore di motori per il campionato ma questo potrebbe seriamente essere il preludio di qualcosa di più frizzante per i fans della scuderia.
Per ora comunque, Koji Watanabe che dirige il team sportivo del marchio non si sbilancia: “Abbiamo deciso di registrarci come fornitori per la stagione 2026”, spiega il CEO senza aggiungere altre informazioni. Se rivedremo una monoposto Honda per quell’anno o se il marchio si limiterà a rifornire un marchio – forse di nuovo RedBull? – dietro le quinte però è tutto da vedere.