Stellantis annuncia la chiusura, il comunicato: “E’ stata la più difficile da affrontare”

La chiusura della storica fabbrica è l’ennesimo segnale della crisi del mercato automobilistico, sempre più gravato dalla situazione economico-politica globale.

Ci siamo accorti sulla nostra pelle quanto la situazione economico-politica globale che stiamo vivendo possa incidere sulla qualità della vita. La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi hanno letteralmente destabilizzato il mercato mondiale, portando all’aumento del costo delle materie prime, al ritardo delle catene produttive e all’aumento del costo dei carburanti, del gas e dei costi di trasporto. Uno dei settori maggiormente gravati dalla crisi è quello automobilistico, rimasto per mesi immobilizzato dalla crisi dei semi-conduttori e dei microchip.

Stellantis chiude Stabilimento Belvidere
Stellantis chiude Stabilimento Belvidere – Ansa Foto – Mondofuoristrada.it

Nelle vetture moderne, infatti, i semiconduttori e i microchip sono parte intragrante del veicolo, visto che ormai i computer di bordo sono parte della strumentazione base e ad essi sono collegate molte delle funzioni di sicurezza che implementano le auto moderne. Questa necessità di implementare semiconduttori e microchip è stata acuita dal cambiamento che sta attraversando il settore, visto che per ragioni di inquinamento globale si sta virando in maniera decisa verso la produzione di auto ibride e elettriche. In queste tipologie di auto il computer di bordo è letteralmente indispensabile per il funzionamento del veicolo, dunque la produzione è stata bloccata dalla mancanza della componentistica.

La crisi dei semiconduttori e quella economica globale sono confluite nel mercato automobilistico, visto che l’aumento dei costi per la produzione di auto di nuova concezione è coincisa con una fase di crisi del mercato del lavoro (causato principalmente dalla pandemia) e con l’inflazione (dovuta a molteplici fattori, tra cui anche pandemia e guerra). Le persone sono dunque più accorte nella scelta dei propri investimenti, specie se devono cominciare a pagare un veicolo che per i problemi di reperimento dei materiali tardano ad essere consegnati.

Stellantis chiude l’impianto di Belvidere, 1.200 operai perderanno il posto di lavoro

Con una simile situazione era solo questione di tempo prima che le grandi case automobilistiche cominciassero a fare dei tagli al budget ed al personale. Il primo gruppo che ha deciso di compiere questo passo, o che comunque è stato costretto a prendere questa decisione è stato Stellantis, il quale ha comunicato nelle scorse ore la chiusura dello storico stabilimento di Belvidere.

Stellantis chiude Stabilimento Belvidere
La Jeep Cherokee – Canva – Mondofuoristrada.it

Nella nota pubblicata dal gruppo si legge che la decisione è stata sofferta, ma che non è stato possibile fare altrimenti e ne vengono spiegate le ragioni: “Il nostro settore è stato influenzato negativamente da una moltitudine di fattori come l’attuale pandemia da coronavirus e la carenza globale di microchip, ma la sfida più difficile da affrontare è l’aumento dei costi legati all’elettrificazione del mercato automobilistico”.

La protesta del sindacato: “Segnale di crudele disprezzo”

Nel proprio comunicato Stellantis ha assicurato che gran parte del personale verrà riposizionato e occupato nuovamente e che dunque l’azienda ha tutta l’intenzione di mantenere il maggior numero possibile di impiegati. Tuttavia la riallocazione è un processo che comporta la necessità per il dipendente di effettuare un trasloco con tutta la famiglia e che dunque potrebbe causare non pochi problemi. Non tutti, dunque, avranno la possibilità di spostarsi ed in ogni caso alcuni non saranno compresi in questo processo.

Stellantis chiude Stabilimento Belvidere
Jeep Cherokee non verrà più prodotta? – Canva – Mondofuoristrada.it

La notizia è stata durante commentata dal sindacato dei metalmeccanici Auw. Il presidente Curry ha infatti accusato la compagnia di aver operato una scelta insensibile nei confronti degli operai, in particolar modo per le tempistiche di comunicazione scelte: “Annunciare la chiusura a poche settimane dalle vacanze natalizie è anche un segnale di crudele disprezzo”. Le cose andavano male già da diverso tempo, visto che da tre mesi era attivo solo un turno di lavoro e molti operai erano già stati chiamati a prendere delle pause forzate. La ragione di questo andamento è da riscontrare sicuramente nella mancanza dei microchip, ma anche nell’andamento del mercato: la fabbrica si occupava solo della produzione della Cherokee e le vendite del modello sono calate del 61% in questo 2022.

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