Red Bull, la durissima accusa gela tutti: “E’ un imbroglio!”. Il budget cap continua a tenere banco nel mondo della Formula 1
La pena stabilita dalla FIA non sembra commisurata alla violazione compiuta dal team di Milton Keynes. Per questo il CEO della McLaren, Zak Brown, continua a battere sul tema delle sanzioni. Dietro di lui anche la Ferrari.
Il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem ha preferito adottare la linea morbida per quanto concerne l’affare budget cap. La sentenza definitiva per la Red Bull prevede infatti una multa di 7 milioni di dollari e il 10 per cento in meno di tempo per i test aerodinamici (simulazioni al computer e galleria del vento) per la stagione 2023.
Decisamente meno di quanto si aspettassero i competitor della scuderia di Christian Horner che ha tirato un bel sospiro di sollievo vedendo la penalizzazione ricevuta. Considerando infatti il punto di partenza della scuderia di Milton Keynes, già più competitiva delle altre, con questo piccolo handicap non dovrebbe essere un problema rimanere in cima anche la prossima stagione.
Insomma una pena non afflittiva e decisamente più soft di quanto sperimentato dalla Ferrari nel 2019 per la propria power unit. All’epoca proprio la Red Bull, al pari della Mercedes fu irremovibile nel chiedere una batosta ai danni di Maranello per un motore tra l’altro mai ritenuto irregolare.
Red Bull, il budget cap continua a far discutere: in prima linea c’è la McLaren
Oltre alla Rossa, però, chi sta attaccando senza tregua la Red Bull in questo momento è la McLaren. Per diretta voce del CEO, Zak Brown, il team inglese non vuole accettare la decisione della FIA e rilancia.
“La violazione del budget cap e forse anche le violazioni procedurali costituiscono un imbroglio in quanto offrono un vantaggio significativo in termini di regolamenti tecnici, sportivi e finanziari. La Federazione ha condotto un processo estremamente approfondito, collaborativo e aperto“.
Brown all’epoca della sentenza pronunciò queste parole, aggiungendo: “Ci è stata persino concessa una prova generale di un anno (nel 2020), con ampie possibilità di chiedere chiarimenti se i dettagli non erano chiari. Non c’è quindi alcun motivo per cui un team possa dirsi sorpreso. Non riteniamo che una sanzione finanziaria da sola sia adeguata per una violazione del budget cap o per una grave violazione delle procedure“.
Zak Brown rincara la dose: altra dura accusa alla Red Bull
Il CEO della McLaren, intervistato dai colleghi di Racingnews365.com, a distanza di tempo non ha cambiato il proprio punto di vista e ha rincarato la dose.
“Rimango fedele alla mia lettera. So che ‘imbroglio’ è una parole forte, ma non vedo differenze tra infrangere il regolamento finanziario e correre con un vettura troppo alta o troppo bassa rispetto a quanto permette la normativa tecnico-sportiva. Può essere un termine semplicistico per connotare la situazione che si è verificata, ma non è scorretto”.
Vedremo se altre scuderie saranno così nette dal punto di vista politico nel seguire la linea tracciata dalla McLaren e dal suo capo operativo. In base a chi sarà il nuovo team principal della Ferrari si potrà magari capire se lo scontro con i rivali della Red Bull sarà netto anche nelle aule della Federazione come in pista.