Ferrari, che batosta: la confessione allarma i tifosi della Rossa. Il 2022 rimarrĂ l’anno dei grandi rimpianti a Maranello
Con l’addio di Binotto si aprono nuovi scenari per il 2023, con un team principal ancora da scegliere e una nuova gestione sportiva da ricreare da zero. Il progetto tecnico è comunque molto valido e le ambizioni restano alte.
La stagione della Ferrari non è andata secondo le aspettative e questo ha portato ad una clamorosa decisione. L’addio di Binotto era nell’aria ed è diventato realtĂ nelle ultime 48 ore, con le dimissioni ufficiali del team principal e il nuovo corso da aprire.
Cosa succede ora? La ricerca di una nuova figura andrĂ avanti per circa un mese e a gennaio 2023 verrĂ svelato il nome del successore. John Elkann, capo della Ferrari e del gruppo Stellantis, ha deciso un colpo di spugna complessivo, che accomuna il Cavallino Rampante alla Juventus. Andrea Agnelli e l’intero Cda bianconero ha tolto il disturbo, per salvaguardare il bene della societĂ , dopo le inchieste sui bilanci e le plusvalenze.
Questo problema ha impedito un crossover visto di buon occhio da uno specialista del mondo Rosso come Leo Turrini. Vedere l’ex presidente della “Vecchia Signora” a capo della Scuderia ora non è piĂ¹ possibile.
Ferrari, le dimissioni di Binotto e gli errori del 2022: l’opinione di Leo Turrini
Turrini, intervenuto nella trasmissione ‘Tutti Convocati’ in onda su Radio 24, ha parlato del momento Ferrari e delle soluzioni per il futuro.
“Mattia Binotto e John Elkann erano come l’acqua e l’olio, chimicamente incompatibili, quando viene meno la fiducia del presidente nei confronti dell’amministratore delegato in questo caso della squadra corse è giusto che si arrivi a questo epilogo anche se per la Ferrari arriva in un momento sbagliato dal momento che la macchina che correrĂ tra tre mesi in Bahrain è giĂ praticamente ultimata”.Â
Poi sul ruolo di Leclerc nell’affaire Binotto (pressioni da parte del suo entourage nel portare alla dimissioni dell’ingegnere italo-svizzero) aggiunge: “Con tutti i suoi pregi e i suoi difetti Binotto era il capro espiatorio perfetto, ora non ci sono piĂ¹ alibi e non dobbiamo dimenticare che Leclerc, mio idolo, ha vinto cinque gran premi. Non è Alonso che aveva vinto due titoli o Schumacher che è arrivato in Ferrari da bi-campione del mondo in carica. Ăˆ proprio una gestione assolutamente inadeguata a quella che è la leggenda del brand e del marchio”.
Il 2023 della Ferrari inizia da oggi: chi sarĂ il nuovo team principal di Maranello?
In vista del 2023 andrà ora definito un nome importante da cui ripartire. Qualcuno in grado di riorganizzare completamente il reparto sportivo della Rossa. Dalle strategie al parco progettisti, passando per la definizione degli investimenti per lo sviluppo della F1-75. Un compito gravoso che andrà ottemperato con le giuste scadenze. I primi test di febbraio non sono poi così lontani.