Un esempio da seguire e imitare per molti, un campione di umanità e di straordinario attaccamento alla vita. Questo e molto di più è Alex Zanardi, 56 anni compiuti un mese fa, bolognese doc ed ex pilota di Formula 1.
Un fuoriclasse in tutto e per tutto, che ha visto più volte la morte in faccia e puntualmente è riuscito a farsene beffe. La vita e la carriera di Zanardi somigliano ad un romanzo drammatico, ricco di colpi di scena ma con un finale pieno di speranza.
Il primo, gravissimo incidente gli è costato la perdita degli arti inferiori ma non è riuscito ad incrinarne coraggio e forza di volontà: un guerriero senza spada che ha fatto della determinazione e della voglia di vivere le sue armi migliori. Uno dei segreti di Zanardi è stato da sempre la sua sconsiderata passione per lo sport. Anche se privo delle gambe, l’ex pilota bolognese ha scoperto la disciplina che gli ha regalato enormi soddisfazioni, fino al secondo tragico incidente avvenuto a Pienza nell’estate del 2020: l’handbike.
Da quell’agosto di due anni fa tutto è drammaticamente cambiato un’altra volta. Ricoverato d’urgenza in ospedale, Zanardi ha lottato tra la vita e la morte per parecchi giorni, fino a compiere l’ennesimo miracoloso recupero.
Dopo il periodo di ricovero nella struttura ospedaliera, il campione bolognese è stato trasferito al centro iperbarico di Ravenna, una struttura di assoluta eccellenza ni cui si è sottoposto ad alcuni cicli di una terapia innovativa.
Terapia che sembra abbia dato buoni risultati. Tanto che, alla vigilia di Natale del 2021, è stata data notizia del suo attesissimo ritorno a casa. Un momento accolto con gioia sfrenata e autentica commozione da tutti i suoi milioni di tifosi.
Il messaggio che ha commosso l’Italia intera
Nel frattempo l’handbike ha continuato a fare proseliti diffondendosi soprattutto tra ex atleti vittime di gravi incidenti.
Tra questi c’è l’attuale campione d’Italia di handbike, Manolo Simeoni. Ex calciatore, acceso tifoso della Lazio, a trent’anni è rimasto vittima di un drammatico incidente stradale che gli è costato la perdita delle gambe.
Simeoni ha raccontato la sua vicenda sportiva e personale qualche giorno fa subito dopo aver conquistato il suo primo Giro d’Italia:
“Accadde durante una gara ciclistica. Due corridori alla mia sinistra si sono scontrati, urtandomi mi hanno lanciato addosso ad alcune macchine parcheggiate ai lati della pista e mi sono rotto la schiena all’altezza dorsale e sono rimasto paraplegico. Sono stato in cura in un ospedale di Imola”.
Le difficoltà sono iniziate una volta uscito dall’ospedale: “Quando sono uscito -confessa Simeoni – la mia vita era completamente cambiata, mi sono dovuto reinventare grazie alla forza anche di mia moglie, della famiglia e dei miei amici. Il mio corpo aveva accusato il periodo in cui sono stato allettato e a quel punto ho deciso che, oltre a riprendere il lavoro, avrei ripreso anche lo sport”.
Grazie Alex
Dunque, anche nel suo caso ad aver giocato un ruolo essenziale fu la passione per lo sport. Ed è qui che è entrato in gioco Alex Zanardi.
“Grazie a ‘Obiettivo Tre’ e ad Alex sono riuscito ad avere una bici in comodato per fare qualche prova e vedere come mi trovassi. E’ stata la svolta della mia seconda vita, come amo chiamarla: da lì in poi ho iniziato a sentirmi sempre più a mio agio con l’handbike fino a diventare campione d’Italia”.