Auto elettriche, il bonus è a rischio: automobilisti preoccupati. E’ una corsa contro il tempo da parte del nuovo governo prima del 31 dicembre
Il mercato delle auto elettriche in Italia non è ancora decollato. Anzi, stando alle cifre ufficiali del 2022, gli automobilisti nel nostro paese preferiscono di gran lunga le vetture dotate di motore endotermico. E bisogna sottolineare che di aiuti al mercato dell’elettrico ne sono arrivati con il contagocce.
Anche a livello politico i provvedimenti varati dal governo Draghi sembrano segnare il passo. Uno in particolare è oggetto di accese discussioni da qualche giorno a questa parte. Stiamo parlando del cosiddetto bonus retrofit che rischia di diventare una sorta di fantasma che si aggira nel settore di mercato della mobilità elettrica.
Il riferimento è all’incentivo statale riservato a chi trasforma in elettrica un’auto a benzina o a diesel, operazione di per sé piuttosto onerosa che diventa del tutto proibitiva senza un sostanzioso supporto economico.
Sostegno necessario che è stato annunciato con tanto di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo che ne regola le modalità di erogazione, ma che in assenza della piattaforma telematica necessaria a gestire le richieste rimane fermo al palo.
Dato che la data limite per presentare la domanda di accesso al bonus retrofit è il 31 dicembre c’è il rischio concreto per gli interessati di rimanere a bocca asciutta.
Acquistare un’auto elettrica non è l’unico modo per circolare a zero emissioni: esiste infatti la possibilità concreta di convertire un’auto con motore termico tradizionale trapiantandovi un powertrain elettrico.
Soluzione per la quale il governo Draghi ha varato nelle ultime settimane di attività un incentivo statale, con decreto ministeriale del 19 luglio 2022 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 settembre successivo, che copre fino al 60% del costo di trasformazione per un importo massimo di 3.500 euro.
I fondi stanziati a copertura di questo provvedimento ammontano a 14 milioni di euro. Il bonus scade il 31 dicembre e ha bisogno di una piattaforma per gestirne richieste ed erogazioni, così come avviene per gli altri incentivi elettrici.
Ma ad un mese e mezzo dalla scadenza non c’è traccia della piattaforma telematica necessaria a far applicare il provvedimento.
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