Può sembrare incredibile ma si, il marchio tedesco BMW, uno dei più amati ed apprezzati dai cultori di sportive e berline di lusso ha davvero sfiorato il fallimento. Lei ha aiutato molto ad impedire che succedesse.
Come abbiamo visto in più occasioni, possedere un marchio che produce auto o moto è un’arma a doppio taglio perchè gli ampi guadagni possono diventare, in un solo attimo, perdite da cui la casa non si riprende più. Anche una delle aziende tedesche più amate di tutte, BMW, ha passato un periodaccio. Prima che lei arrivasse a risolvere la situazione nel migliore dei modi.
Come tutti gli appassionati di motori che si informano almeno un po’ sulla storia del mercato automobilistico sanno bene, un marchio anche con un’ottima reputazione e molto apprezzato da clienti, investitori e cultori di auto e moto può fallire da un momento all’altro. O meglio, qualche brutto imprevisto può far perdere così tanti soldi alla casa da costringerla nel caso migliore a lasciare un settore in particolare – come ha fatto per qualche anno Italjet con le moto – e nel peggiore a chiudere i battenti.
Non pensate che negli ultimi anni questa cosa non sia mai successa perchè case famosissime come Pontiac, Hummer, Autobianchi, Isotta Fraschini, Saturn e Austin hanno tutte chiuso i battenti anche più di una volta negli ultimi cinquant’anni nonostante le proteste dei fans e dei clienti. A volte però un modello particolarmente riuscito può impedire tutto questo. Ecco come si è salvata una casa molto famosa…
Negli anni settanta, l’allora cinquantenne reparto motociclistico della casa bavarese BMW non se la passava molto bene: certo, la R75 era stata un modello incredibile ma il mercato occidentale era ormai preso d’assalto dalle ottime motociclette giapponesi come la storica Honda 500 Four che ebbe un grande successo anche in Nord America. E così, molte case europee ed americane iniziavano davvero a sentirsi in pericolo.
Il dipartimento motociclistico di BMW però aveva ancora un asso nella manica, un modello che a detta di tanti esperti e appassionati ha letteralmente salvato dalla debacle il marchio. Cosa poteva convincere una clientela ormai piena di scelte alternative a rimanere fedele alla casa tedesca? Che ne dite di un modello capace di correre come una vera supercar?
Presentata ufficialmente nel 1973, la BMW R90S viene ricordata ancora oggi come la moto sportiva che salvò il dipartimento della BMW. Questa potente e bellissima due ruote, capace di vendere oltre 17.000 unità in soli tre anni, era un vero missile della strada con un motore da 67 cavalli capace di spingere il mezzo in questione da 0 a 100 in soli cinque secondi e correre fino a 200 chilometri orari, il tutto corredato da una linea fantastica e da un assortimento di colori originali in pieno stile bavarese.
La motocicletta dal peso di appena 200 chilogrammi circa conquistò il cuore degli appassionati al punto da garantire la sopravvivenza del dipartimento motociclette di BMW che presto avrebbe replicato con la successiva R100, tenendo botta contro la concorrenza giapponese e storica. Non contenti, molti proprietari modificarono i loro esemplari montando un motore potenziato da quattro cilindri decisamente più brioso.
La BMW R90S che vedete in foto è proprio un esemplare originale nella tipica livrea ocra che la casa offriva all’epoca assieme ad altre palette che variavano dal classico verde lime al nero. L’esemplare secondo Silodrome sarà all’asta a partire dal 26 novembre e vista la fama del modello, c’è da aspettarsi che farà faville ai blocchi. Voi cosa ne dite? La comprereste?
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