Alcune vetture sono davvero fonte di imbarazzo per i marchi che le hanno prodotte che sicuramente, disponendo di una macchina del tempo, tornerebbero indietro per non costruirle. Ecco le più imbarazzanti.
Se aveste una De Lorean come quella di Ritorno al futuro tornereste nel passato per correggere i vostri errori peggiori? Queste case automobilistiche non hanno dubbi: potendo tornare indietro, non produrrebbero mai e poi mai queste vetture.
Auto che hanno seriamente compromesso la loro reputazione. In mezzo all’elenco, troviamo anche una vettura italiana quasi del tutto dimenticata.
La reputazione ed il prestigio sono cose di cui un brand automobilistico, ma un marchio qualsiasi in realtà, non può proprio fare a meno in un mercato spietato e competitivo come quello attuale. Per questo ci sono case come la famosa Ferrari che ci tengono in modo talmente maniacale alla propria reputazione da essere pronte a fare follie pur di non fare brutte figure con i clienti e i potenziali acquirenti.
Una lezione che forse il marchio di Modena potrebbe insegnare a marchi come Ford che nel 1957 aprì la sottomarca Edsel per produrre “l’utilitaria del futuro”. Quest’auto, totalmente sbagliata sotto ogni punto di vista, durò solo tre anni sul mercato e fu un vero flop. Ma ad umiliare maggiormente Ford…furono i volgari commenti della stampa sul frontale della vettura, paragonato ad un “giogo per cavalli” per non essere volgari. I cronisti lo furono molto di più…
Non sono solo i marchi americani a fare figuracce sul territorio nazionale: abbiamo già parlato di una casa che fece un pessimo errore di valutazione sul mercato USA ma non fu certo l’unica né la prima. Nel 1976, Renault decise di importare la fantastica R5 negli Stati Uniti…senza però fare i conti con le norme sulla sicurezza stradale e le emissioni che costrinsero la casa a proporre una versione depotenziata e molto brutta della vettura in America del Nord. Ecco il risultato…
La vettura chiamata Renault LeCar fu un fiasco colossale, costando grande imbarazzo alla casa francese che in patria aveva stupito tutti con un’auto potente mentre oltre oceano, propose questa brutta utilitaria plasticosa considerata dai potenziali clienti: “Una Volkswagen di seconda mano”. Non è mai bello quando diventi tu il metro di paragone negativo per qualcosa…
Uno dei marchi che ha visto crollare la propria reputazione ai minimi storici negli ultimi decenni, purtroppo, è l’italiana Lancia. Ne abbiamo già parlato…ma non vi avevamo ancora mostrato questa vettura. Ricordate la bellissima Lancia Flavia del 1967? Sapete che ha avuto un’erede? Se la risposta è no, tranquilli. Probabilmente gli unici a saperlo sono gli ingegneri della Chrysler…
Nel 2012, una Lancia sempre più in crisi ebbe l’idea “brillante” di prendere la Chrysler 200 convertibile, un’auto pessima sotto ogni aspetto che aveva venduto pochissimo, ed effettuare un re-badging apponendo sul cofano il logo Lancia. Il risultato? L’auto durò due anni, come ricorda Il Fatto Quotidiano che nel 2013 scrisse questo titolo in merito: “L’auto esce di produzione per il disinteresse del mercato”.
Disinteresse è riduttivo: in due anni, nonostante degli sconti assurdi, la Flavia vendette appena 443 unità ed oggi, quasi nessuno se la ricorda. Se devi copiare un modello, meglio che sia un’auto di successo almeno, o no? La Flavia fu uno smacco pesantissimo per Lancia che non ha ancora riconquistato la sua vera reputazione di marchio di lusso.
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