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Ciclisti terrorizzati dal divieto: adesso potrebbero essere proibiti

Una questione tutt’altro che chiusa sui social network fa preoccupare i ciclisti italiani che sono sicuri al 100% di  essere impossibilitati a condurre questa divertente attività: allora le Moutanin Bike sono inutili? Non è detto.

Quando un decreto o una legge vengono approvati dal Governo bisogna leggere molto bene il testo o si rischia di incappare in un gravissimo errore di interpretazione che può scatenare il panico generale. In questo caso, i ciclisti sono stati terrorizzati da un provvedimento che sembrava praticamente aver proibito l’uso delle Mountain Bike, biciclette adatte allo sterrato che nel nostro paese sono diffusissime.

Il divieto che spaventa i ciclisti: di cosa si tratta (Canva)

A volte, un decreto viene interpretato così male che i dubbi riguardo la sua validità e soprattutto i provvedimenti che lo stesso porta in essere permangono per lungo tempo. Addirittura per un anno, nel caso del provvedimento di cui parliamo oggi che terrorizza tuti gli appassionati di ciclismo e in particolare quelli che si sono appena comprati una bella Mountain Bike adatta ai terreni più scoscesi ed impraticabili.

Una norma fraintesa

Il provvedimento del 28/11/2021 sembra rendere di fatto illegale l’uso della Mountain Bike in quei territori per cui è nata ovvero le numerose aree sterrate che si estendono in tutto il nostro paese: foreste, campi, sentieri pubblici…nessun paradiso per ciclisti sembra esente dalla norma pronunciata nel merito della nuova disposizione per la viabilità e conservazione forestale.

In bicicletta, cosa si rischia? Facciamo chiarezza (Canva)

Quando il decreto venne pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale si diffuse il panico soprattutto causato da alcuni articoli di testate giornalistiche che sembravano dare per assodato il divieto di utilizzo delle biciclette su qualsiasi tipo di terreno sterrato, di campagna e montagna. Ma la verità, come al solito, è più complicata. Peccato che i dubbi dei cliclisti non si siano placati al punto che la società che difende i diritti dei ciclisti, l’ANCMA, ha pure pubblicato una protesta ufficiale.

Infatti, l’ente ha definito il decreto 28/11/2021 come: “Una norma miope che rischia di compromettere le attività ludiche e sportive di molti italiani appassionati di bicicletta”. Ancora oggi, sui social, si trovano commenti di ciclisti preoccupati per non poter più intraprendere questa attività diffusissima nel nostro paese. Tranquilli: ora vi spieghiamo noi il vero funzionamento del decreto in questione!

La smentita ufficiale

Il Ministero delle Politiche Agricole del Governo passato, ormai avvicendatosi con la nuova coalizione di Destra, ha pubblicato tempo fa una precisazione dovuta, spiegando a tutti i ciclisti preoccupati per questa norma che in realtà non c’è niente da temere“La norma non va ad inficiare o modificare il transito autorizzato, fermo restando che le strade interessate non sottostanno alle norme di sicurezza per la viabilità ordinaria”.

Ecco come stanno davvero le cose (Canva)

La nota del Ministero è molto chiara, nessuno può impedirvi di praticare l’off-road con la vostra Mountain Bike e non ci sono divieti generici in vigore, anche se una condizione è molto importante. Regioni ed enti locali si riservano il diritto di vietare la circolazione per motivi di sicurezza o tutela del patrimonio ambientale a chicchessia, ciclisti inclusi. Ma questo avviene solo in alcuni luoghi mediante segnalazione. Pedalate tranquilli!

Manfredi Falcetta

Appassionato di auto, moto e motori. La scrittura e la lettura sono i miei hobby preferiti.

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